Escluso da incarichi governativi durante gli anni 1930, Churchill divenne una delle voci più critiche riguardo alla Germania nazista, guidando la campagna per il riarmo.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale divenne nuovamente Primo Lord dell’Ammiragliato, ma in seguito alle dimissioni di Neville Chamberlain nel maggio 1940 venne nominato Primo ministro. I suoi discorsi e trasmissioni radiofoniche furono decisivi nel sostenere la resistenza del Regno Unito, specialmente nel difficile biennio 1940–1941 quando il Commonwealth e l’Impero britannico si trovarono a fronteggiare da soli la minaccia nazista.
Churchill guidò poi il Regno Unito durante l’intero conflitto e nei mesi successivi alla resa tedesca.
In seguito alla sconfitta dei Conservatori nelle elezioni del 1945, Churchill divenne leader dell’opposizione mantenendo comunque un grande prestigio internazionale; nel 1946 pronunciò a Fulton il famoso discorso sulla “Cortina di Ferro“, che convenzionalmente segna l’avvio della Guerra fredda.
Per l’attività di storico e scrittore portata avanti durante tutta la vita ricevette anche il Premio Nobel per la Letteratura nel 1953. Protagonista di primo piano delle vicende politiche britanniche e internazionali per oltre cinquant’anni, Churchill è tra le figure più significative del XX secolo. La sua memoria rimane oggetto di elogi e critiche e il dibattito intorno alla sua complessa eredità resta acceso[1].