Powell presidente Federal Reserve prevede shock economici più frequenti e tassi elevati a lungo: cosa significa per mercati, imprese e consumatori.
Table of Contents
ToggleL’economia globale cambia volto: Powell avverte sui nuovi rischi
Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha acceso i riflettori su un nuovo scenario economico caratterizzato da inflazione più volatile, shock dell’offerta ricorrenti e la necessità di tassi d’interesse più alti più a lungo. Le sue parole, pronunciate durante una conferenza a Washington, delineano un contesto sfidante per i mercati finanziari, le banche centrali e le famiglie. In parallelo, i mercati azionari statunitensi e europei hanno registrato cali, mentre i dati macroeconomici USA e dell’Eurozona offrono segnali contrastanti tra rallentamenti e riprese.

Fed: tassi più alti, inflazione instabile e nuove strategie di comunicazione
Il cuore dell’intervento di Powell riguarda una revisione quinquennale del framework di politica monetaria della Federal Reserve. Il presidente ha messo in guardia sul fatto che gli shock dell’offerta – come guerre, pandemia, crisi energetiche – potrebbero diventare più frequenti e persistenti, generando volatilità inflattiva.
“Stiamo entrando in un’epoca in cui l’incertezza economica potrebbe essere strutturale. Dobbiamo adattare le nostre politiche e comunicare meglio i rischi”, ha detto Powell.
La Fed, secondo Powell, dovrà rivedere anche l’idea del “moderato superamento” del target del 2% di inflazione, introdotto nel 2020 per combattere il rischio di deflazione. Dopo il balzo inflattivo post-pandemia, questa strategia è risultata superata. Ora, l’obiettivo torna a essere mantenere l’inflazione media vicino ma non superiore al 2%, per non compromettere la fiducia degli operatori economici.
Andamento delle Borse: Un’Analisi della Seduta del 15 Maggio 2025
Milano, 15 maggio 2025 – La giornata odierna sui mercati finanziari europei e italiani si è caratterizzata per un andamento complessivamente cauto, con variazioni frazionali e un clima di attesa per i dati macroeconomici e gli sviluppi delle negoziazioni commerciali internazionali. Piazza Affari, in particolare, ha mostrato una performance altalenante, riflettendo sia le dinamiche globali sia fattori specifici legati ai titoli quotati.
Piazza Affari: FTSEMib in lieve calo, ma sopra i 40.000 punti
Secondo i dati di chiusura, il FTSEMib, principale indice di Borsa Italiana, ha registrato una flessione marginale dello 0,06%, attestandosi a 40.333 punti. L’indice ha oscillato tra un minimo di 40.074 punti e un massimo di 40.343 punti, consolidando i livelli raggiunti nelle ultime sedute, che rappresentano i massimi dall’ottobre 2007. Il FTSE Italia All Share ha seguito un andamento simile, perdendo lo 0,07%, mentre il FTSE Italia Mid Cap e il FTSE Italia Star hanno chiuso rispettivamente a -0,13% e -0,25%. Il volume degli scambi si è attestato a 3,69 miliardi di euro, in lieve calo rispetto ai 3,81 miliardi della giornata precedente.
Tra i titoli in evidenza, Iveco Group ha subito una battuta d’arresto, cedendo il 3,45% a 15,66 euro dopo la pubblicazione dei risultati trimestrali. Negativa anche Pirelli (-2,5%), penalizzata dai conti, e Biesse (-2,85% a 7,51 euro), che ha risentito della decisione del consiglio di amministrazione di ritirare il Piano Triennale 2024-2026 a causa dell’incertezza del contesto di mercato. Al contrario, doValue ha registrato un rialzo del 4,5% a 2,076 euro, sostenuta da dinamiche positive al segmento STAR. Leonardo ha guadagnato l’1,1%, beneficiando di un sentiment favorevole sul settore difesa.
Borse Europee: Partenza in calo e focus sui dati macro
Le principali piazze finanziarie europee hanno aperto la giornata in territorio negativo, riflettendo un clima di prudenza. Secondo i dati di apertura, Milano ha segnato un -0,3%, Francoforte -0,5%, Parigi -0,3% e Londra -0,4%. Gli investitori hanno mantenuto l’attenzione sui dati macroeconomici in arrivo, in particolare il PIL dell’Eurozona, atteso per oggi, e sull’inflazione statunitense, che potrebbe influenzare le future decisioni della Federal Reserve.
Il contesto globale è stato influenzato dalle recenti tregue commerciali, con accordi temporanei tra Stati Uniti, Cina e Regno Unito che hanno contribuito a stabilizzare i mercati nelle ultime settimane. Tuttavia, il rally indotto da questi sviluppi sembra perdere slancio, come evidenziato dalle performance miste delle Borse asiatiche: Hong Kong e Corea del Sud in rialzo, mentre Tokyo ha ceduto lo 0,31% a causa del rafforzamento dello yen.
Spread e valute: Stabilità con segnali positivi
Lo spread Btp-Bund si è mantenuto stabile intorno ai 102 punti base, con il rendimento del Btp decennale poco sopra il 3,65%. Questo livello, tra i più bassi da settembre 2021, riflette una percezione di minore rischio sull’Italia, supportata da una gestione prudente del debito pubblico e da un outlook economico relativamente stabile. L’euro si è attestato sopra gli 1,12 dollari, mostrando una certa resilienza nonostante le pressioni sul dollaro legate alle tensioni commerciali.
Materie prime e Bitcoin
Sul fronte delle materie prime, il petrolio ha mostrato una flessione, con il WTI in calo a circa 61 dollari al barile, mentre il gas naturale si è stabilizzato a 35 euro al MWh. L’oro, considerato un bene rifugio, ha mantenuto i suoi massimi intorno ai 3.230 dollari l’oncia. Il Bitcoin, dopo aver superato i 100.000 dollari nei giorni scorsi, si è stabilizzato a circa 102.500 dollari (91.500 euro), riflettendo un rinnovato interesse per le criptovalute in un contesto di incertezza economica.
La seduta odierna conferma un mercato in fase di consolidamento, con gli investitori che bilanciano l’ottimismo derivante dalle tregue commerciali con la cautela legata ai dati macroeconomici e alle trimestrali aziendali. L’attesa per il PIL dell’Eurozona e le decisioni di politica monetaria della BCE, che potrebbe proseguire con tagli graduali dei tassi, saranno cruciali per determinare l’andamento delle prossime sedute. Inoltre, le negoziazioni commerciali in corso, specialmente tra Stati Uniti e Cina, continueranno a influenzare il sentiment globale.
Piazza Affari, nonostante la lieve flessione, rimane su livelli record, sostenuta da un mix di titoli bancari, industriali e tecnologici. Tuttavia, la volatilità rimane un fattore da monitorare, soprattutto per i settori più esposti alle dinamiche internazionali, come l’automotive e il lusso.
Tassi USA: tagli più lontani, attesa per le prossime mosse
I mercati hanno ricalibrato le aspettative sulla riduzione dei tassi d’interesse da parte della Fed. Dopo i dati CPI più deboli, ora si attende il primo taglio a settembre, e non più a giugno, con solo due interventi previsti nel 2025, rispetto ai quattro ipotizzati in precedenza.
La Fed continua a ribadire che non ha fretta di agire, in attesa di ulteriori segnali dalla crescita, dall’inflazione e dai mercati del lavoro.
Cosa ci attende e come prepararsi
Il discorso di Powell rappresenta un punto di svolta nella narrazione economica americana. Non più una parentesi di inflazione, ma un possibile nuovo regime di instabilità, che richiede adattamento, resilienza e attenzione ai dati. Per investitori, famiglie e imprese, si apre un periodo in cui la gestione del rischio sarà centrale.