Dazi USA e risiko bancario: le mosse di Wall Street e Piazza Affari

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Il 4 luglio 2025, dazi USA e risiko bancario scuotono Piazza Affari e le borse UE, tra tensioni geopolitiche e mercati in allerta.

Con Wall Street chiusa per la festività dell’Independence Day, gli investitori europei sono lasciati senza il consueto punto di riferimento americano. Tra l’annuncio di nuovi dazi USA, le contromisure della Cina e un settore bancario italiano in piena trasformazione, i mercati oscillano in un clima di profonda incertezza. Questo articolo offre una panoramica completa e strutturata degli eventi chiave, combinando analisi tecnica ed empatia per aiutarti a interpretare e affrontare il contesto volatile.

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Dazi USA e Cina Scuotono i Mercati Europei

Le principali borse europee aprono la giornata in rosso, cancellando i progressi ottenuti nei giorni precedenti. Il Ftse Mib segna un calo dello 0,17%, attestandosi a 39.875 punti. In parallelo, Parigi perde lo 0,53%, Londra lo 0,32%, Francoforte lo 0,42% e Madrid lo 0,5%. Il fattore scatenante è l’annuncio di Donald Trump: il presidente USA minaccia l’imposizione di dazi unilaterali tra il 20% e il 30% entro il 9 luglio, salvo accordi commerciali entro il giorno precedente. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, prova a mediare spingendo per un’intesa modellata sul precedente con il Regno Unito, ma le tempistiche sono strette e la volontà politica fragile. Nel frattempo, la Cina risponde con dazi anti-dumping fino al 34,9% sul brandy europeo, colpendo pesantemente titoli come Rémy Cointreau e Pernod Ricard. Le tensioni globali si acuiscono anche sul fronte politico, con un contatto telefonico tra Trump e Putin che non produce alcun progresso tangibile sulla crisi ucraina.

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Risiko Bancario a Piazza Affari

Il comparto bancario italiano diventa protagonista. La Popolare Sondrio guadagna il 2% grazie al rilancio di Bper Banca, che porta la sua offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) a 10,527 euro per azione, aggiungendo un euro rispetto alla precedente proposta. Unipol, azionista con il 19,7% delle quote, conferma la propria adesione all’operazione. La società Jefferies mantiene il rating “buy” su Bper, fissando un target price a 9,10 euro, mentre Mps sale dello 0,45% dopo aver fissato al 35% la soglia per l’offerta pubblica di scambio su Mediobanca. L’operazione potrebbe culminare in un delisting e in una futura fusione. I documenti ufficiali rassicurano sull’assenza di impatti negativi per i dipendenti. Sul fronte opposto, diverse società subiscono penalizzazioni legate ai dazi: Campari perde l’1,39%, Interpump l’1,87% e Brunello Cucinelli l’1,57%. Resistono invece titoli difensivi come Enel (+0,4%) e Poste Italiane (+0,6%).

Valute, Materie Prime e Dati Macroeconomici

Sul versante valutario, l’euro dimostra una sorprendente resilienza: quota 1,178 rispetto al dollaro e 169,94 contro lo yen. L’oro si conferma asset rifugio, salendo dello 0,54% e toccando quota 3.343,88 dollari l’oncia. Il petrolio mostra invece segni di debolezza, con il Brent a 68,61 dollari (-0,26%) e il Wti a 66,92 dollari (-0,12%), in attesa di possibili rialzi da parte dell’Opec+. Il gas registra un incremento, raggiungendo i 33 euro per megawattora, mentre lo spread tra Btp e Bund si amplia a 91 punti base. I dati macroeconomici non aiutano a dissipare i timori: in Germania, gli ordini industriali segnano un calo dell’1,4% nel mese di maggio; in Italia, l’Istat rileva una flessione delle vendite al dettaglio dello 0,4% in valore. Solo il Giappone offre un segnale positivo: il Nikkei 225 chiude a +0,06% grazie all’incremento dei consumi familiari, raggiungendo quota 39.810,88 punti.

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